Negli anni Ottanta, partire alla scoperta del Sahara non era di certo una passeggiata. Farlo in piena estate con solo uno zaino in spalla era invece una pazzia. Quei pazzi si chiamavano Raffaele Barbieri e Paolo Caprioni, che nel luglio del 1984 partirono per la prima volta verso il deserto africano con due Moto Morini del Team Valentini elaborate nel loro garage di casa. Entrambi erano consapevoli che quel viaggio sarebbe stato solamente un banco di prova verso un sogno ancora più grande, un sogno chiamato Parigi-Dakar.

La Parigi-Dakar è il rally raid più famoso del mondo e ha vissuto negli anni Ottanta il suo momento di massimo splendore. La gara è stata ideata nel 1979 da Thierry Sabine, pilota automobilistico francese che, smarritosi in mezzo al deserto durante un rally raid, ebbe l’idea di organizzarne uno ancora più estremo. In poco tempo ha riscosso un enorme successo, attirando l’attenzione dei media, delle grandi case automobilistiche e motociclistiche, diventando il sogno proibito di qualsiasi appassionato di motori. Il suo tragitto originario iniziava con un prologo in Europa per poi attraversare il deserto del Sahara, passando per Algeria, Niger e Mali, fino ad arrivare al leggendario Lago Rosa di Dakar, in Senegal.

Proprio durante l’edizione del 1986, Thierry Sabine ha perso la vita precipitando tra le dune con il suo elicottero. Dopo l’annullamento dell’edizione del 2008 a causa di potenziali attentati terroristici, la corsa ha spostato il suo percorso prima in Sud America e poi, nel 2020, in Arabia Saudita, mantenendo comunque la denominazione originaria.

La Africa Eco Race, organizzata dal francese Hubert Auriol, veterano della storica Parigi-Dakar, è invece una nuova competizione che dal 2009 segue la rotta originale del leggendario rally nel deserto del Sahara.

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